Lungo la valle Alcantara ove scorre l’omonimo fiume, nel comune di Motta Camastra, in contrada Finaita, vi è una splendida grotta di origine vulcanica. Essa è denominata e conosciuta con il nome di “Grotta dei Cento Cavalli”. La grotta sicuramente fu utilizzata e abitata in epoca remota e dai documenti pervenuti, da testimonianze e racconti degli abitanti del luogo la grotta venne utilizzata come rifugio dai briganti. Tra le fonti attendibili pervenute dal passato vi è quella tratta da ”Notizie storiche di Motta Camastra e della Vallata dell’Alcantara” dell’avvocato Carmelo Grassi (1872 – 1952). Egli riporta una fonte tratta dal libro decimo parte seconda della “Historia Siciliana di Bonfiglio Giuseppe, che nel 1592, il Vicerè Don Arrigo di Gusman, Conte di Olivares, nominò Vicario generale Francesco Moncada, principe di Paternò, per sgominare e catturare la banda di Giangiorgio Lanza e/o Lancia da Randazzo. Il Grassi scrive che tra il 1590/92 “nel territorio di Motta Camastra imperversava con le sue scorrerie la famosa banda del temerario Giangiorgio Lanza, i cui rifugi, erano siti nella grandiosa Grotta dei Cento Cavalli e/o sulla sinistra del fiume Alcantara in un posto nascosto, sconosciuto e pericoloso all’accesso presso la strettissima “gola di Petrolo”, detta appunto “Passo del bandito”. Arrestato Giangiorgio Lanza fu mandato in Messina dove il Conte di Olivares, Viceré di Sicilia, volle dare un esempio a tutta la popolazione e ordinò che fosse, vivo, legato con le quattro estremità a quattro galee, le quali, ad un dato segno scostandosi, lo squartassero in quattro parti.

Altra fonte pervenuta è in “Motta Camastra e la Vallata dell’Alcantara” del Sacerdote don Giuseppe Tatì D’Urso – Progetto Grafico: Graphic Point di Roberto Viola – capitolo XXXII in “fatti e misfatti” 1500 – 1700 che riporta anch’esso la storia del Brigante Giangiorgio Lanza.

Anche nel XIX secolo Il fenomeno del brigantaggio imperversava nella Valle Alcantara, infatti ne parla il grande artista Giuseppe Marzullo di Graniti in “Storie dell’Alcantara” edizione Salvatore Sciascia. Egli, nella sua raccolta di storie, dedica un intero capitolo alla Grotta dei Cento Cavalli narrando la vicenda di Michelone e i briganti.

Incantevole dal punto di vista naturalistico e paesaggistico vi è sulla sinistra del fiume sempre facente parte della stessa colata lavica della “Grotta dei Cento Cavalli” una grotta più piccola denominata “Grotta dell’Eremita”. Inoltre, nello stesso sito vi è l’accesso alle “Gole di San Cataldo”, attualmente, erroneamente, denominate “Gole di Mitogio” (le Gole di San Cataldo sono ubicate nella frazione di San Cataldo nel Comune di Motta Camastra provincia di Messina, Mitogio è una frazione del Comune di Castiglione sito a c.a 1 km dalle gole summezionate). Sempre nello stesso sito si può ammirare il “Ponte di Mitogio” simbolo del Parco Fluviale dell’Alcantara